venerdì 28, sabato 29 novembre ore 21.00
domenica 30 novembre ore 17.30
di Francesco Di Chio
con Blas Roca Rey e Monica Rogledi
regia Marco Mattolini
musiche originali Ugo Dorato
Cantiere Artistico, Follia Officina D’arte
Un uomo, nella prigione in cui è rinchiuso per omicidio, ripercorre e ricostruisce la notte che ha cambiato per sempre la sua esistenza. La notte in cui, quattro uomini mascherati, violentarono fino alla morte la sua compagna. Le parole e le azioni del protagonista danno vita a un terribile viaggio verso l’elaborazione di un dramma devastante (difficile anche da ricordare) che lo porterà alla consapevolezza che soltanto affrontando i propri fantasmi si può ricominciare a vivere, soltanto affrontando i propri incubi ci si può sentire davvero nuovamente liberi di sognare. È un viaggio ad ampio respiro, che lascia spazio al ragionamento, all’immaginazione e soprattutto all’analisi di una società al contempo piena di bellezza e violenza; una società artefice delle contraddizioni che mette in mostra, attraverso cui ‘alleva’ le sue creature. Un viaggio fatto anche di sentimento, passione e verità; vissuto attraverso gli occhi di un personaggio coraggioso, guerriero non per scelta, artefice di tanti errori, che evoca a tratti la figura femminile centrale della sua vita che rappresenta per lui la purezza, l’imperfezione (umana e della società), il passato e infine la via per il futuro.
Dopo i lavoretti in cuoio, dopo il calcio nella squadra del penitenziario, il protagonista approda in un luogo mai frequentato prima: la biblioteca e scopre con sempre maggiore passione la lettura, conosce opere narrative che finirà per citare con acuta ingenuità, sceglie le parole chiave che descrivono il suo percorso nella memoria. E proprio la biblioteca sarà il contenitore che contiene i vari luoghi deputati del ricordo: l’occasione del primo incontro, il rapporto con il vecchio nonno, il caffè parigino dello sbocciare della storia d’amore, la camera d’albergo della passione che suggella l’incontro fra i due, fino alla casa invasa dai balordi autori dello stupro e luogo del delitto.
Questo è Ferro, testo inconsueto di un giovane autore romano, che, con cruda e violenta poeticità, attraverso un linguaggio moderno e asciutto, è alla base di un progetto artistico interessante, che unisce sensibilità generazionali diverse nella costruzione di una proposta innovativa e accattivante, che affronta e analizza tematiche di grandissimo spessore come la morte, l’amore, il femminicidio e la giustizia, partendo però dalla semplicità di un gesto come quello che un pomeriggio di un giorno qualunque fece innamorare i nostri due eroi di tutti i giorni.